Portogruaro

Contatti

Piazza Repubblica, 1
Portogruaro (VE) – 30026

Tel.: +39 0421 277211 e +39 0421 277231
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Email: cultura@comune.portogruaro.ve.it 

Dati

Abitanti: 24.571
Superficie: 102,22 kmq
Altitudine: 5 m.s.l.m.
Frazioni: Portovecchio, Giussago, Lugugnana, Pradipozzo, Summaga, Lison, Mazzolada.

Cenni Storici

Il centro, importante nodo fluviale, fu fondato nel 1140 da Gervino, vescovo conte di Concordia, che in quell’anno concesse l’autonomia ai “portolani” ed ai mercanti/pescatori di Portogruaro. Questi, costituitisi in libero comune, eressero le mura urbiche, esito di una progettazione unitaria, che privilegiava l’asse portuale sul Lemene a servizio delle due strade commerciali verso Oderzo ed il Friuli. Questo spiega l’impianto a spina tripla e la tipologia “bizantina”, poi mitigata dal progressivo prevalere terrafermiero. Nel 1420 la città passò dal Patriarcato di Aquileia al dominio di Venezia, aumentando i suoi traffici. Alla città vi si accedeva per cinque porte delle quali tre, San Gottardo, Sant’Agnese e San Giovanni, sono ancora esistenti. Il processo di omologazione urbanistica venne accelerato dalla demolizione del recinto murario agli inizi del XX secolo, dallo sviluppo della periferia e dalla bonifica dei meandri, delle paludi e delle valli, che cingevano un tempo l’insediamento storico.

Monumenti

– Cinta Muraria (visibile esternamente in prossimità della Porta S.Agnese e della Torre del Capitano).

– Porta San Gottardo (visibile solo esternamente).

– Museo della Città – Torre Sant’Agnese (giovedì, sabato e domenica dalle ore 10,00 alle ore 12,00).

– Porta San Giovanni (visibile solo esternamente).

– Municipio (visitabile in orario d’ufficio compatibilmente con le attività istituzionali – dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 12,00. Il lunedì e il mercoledì anche dalle 15,00 alle 17,00).

– Il Pozzetto con le grù (Pilacorte).

– Duomo di Sant’Andrea (visitabile quando non ci sono cerimonie religiose).

Itinerario Urbano

La visita alla città inizia partendo dal sito della demolita Porta S. Nicolò. Già da via Garibaldi (poi via del Seminario e via Cavour) si può cogliere la struttura della città fluviale, costituita da due assi principali sviluppatisi sulle rive opposte del fiume Lemene, collegate da 4 ponti. La cinta muraria, eretta nel 1265, racchiudeva questo nucleo, aprendo le 4 porte agli estremi sud e nord delle 2 strade. La bellezza della città è ancora oggi determinata dal connubio tra terra e acqua, che ha creato una struttura sinuosa degli edifici, dal duplice affaccio, sul modello veneziano, verso la strada e verso il fiume, elemento fondamentale dell’economia del borgo. Delle mura rimangono solo le 3 porte, ma si sono conservati i canali dei fossati, ben visibili dai giardini comunali di Villa Marzotto, sede del Museo Paleontologico “M. Gortani”. Giunti ormai in via del Seminario, si incrociano sulla sinistra il Museo Nazionale Concordiese ed il palazzo del Collegio vescovile (XVIII secolo). Si giunge poi in via Cavour, delimitata a sud dalla gotica Porta S. Agnese realizzata nel 1243 – qui si possono vedere alcuni resti della cinta muraria – e si varca il Lemene sul Ponte fortificato di via Rastrello, “porta d’acqua” dove veniva regolato il passaggio delle imbarcazioni, controllato tramite le feritoie; si raggiunge quindi via Martiri della Libertà (della Merceria), delimitata a sud dalla Porta S. Giovanni. della fine del XII secolo. Una breve digressione fuori porta consente la visita del Fondaco del Sale sulla destra, oltre il fossato e, poco più avanti sulla sinistra, della trecentesca Chiesa di S. Giovanni. All’interno della porta, si percorre la porticata via centrale della città: sono da notare la decorazione a fresco di tradizione terrafermiera, che si conserva in diverse facciate, ed il diffuso reimpiego di materiale lapideo romano (iscrizioni, sculture, fregi), di provenienza concordiese. Al centro della via si apre la piazza della Repubblica (Maggiore) delimitata dallo stupendo Palazzo del Municipio, edificio in stile gotico, in mattone rosso con merli ghibellini e monofore archiacute, davanti al quale si trova la bella vera da pozzo di G.A. Pilacorte (1494), ornata da due gru in bronzo, simbolo della città. Dietro il palazzo, sul Lemene, vi è la parte più suggestiva ed il cuore produttivo della città: un vero “Canal Grande” di acque chiare e veloci, sul quale prospettano il loggiato della Pescheria, con l’Oratorio della Madonna, le “porte d’acqua” dei palazzi gentilizi ed i quattrocenteschi Mulini di S. Andrea. La contigua piazza del Duomo è sovrastata dalla mole del Duomo di S. Andrea (opere di Palma il Giovane e Pomponio Amalteo), costruito tra ’700 e ’800 sul luogo della chiesa romanica, di cui resta sulla sinistra l’alto campanile. Il percorso prosegue quindi sulla via principale, concludendosi scenograficamente a nord con la Porta S. Gottardo, realizzata verso il 1150.

Si percorre borgo Garibaldi fino a piazza Lenotti, per poi procedere in via Battisti e giungere in piazza Porta S. Giovanni, donde si osserva la Porta Superiore o S. Giovanni, coronata da merli; della contigua cinta muraria nulla è più visibile.
Attraversata la porta, si prosegue tenendo la destra verso il lungolago, da dove si può individuare una piccola torre pendente, probabilmente scaligera. Sul lungolago si riprende verso meridione.
Si attraversa piazza Matteotti prospicente la chiesa di San Nicolò e, tenendo la destra, si procede per corso Umberto I. Su piazza Statuto domina una torre-porta, di epoca scaligera, detta Porta Inferiore o Veronese.
Alla sua sinistra si scorge un’alta torre, anch’essa di epoca scaligera, unico resto visibile del castello. In fondo a via San Martino rimangono tracce della cinta muraria inglobate negli edifici, osservabili proseguendo brevemente sul lungolago verso sinistra.
Una digressione su borgo Cavour (a sinistra, appena usciti da Porta Inferiore) e poi su via San Zeno, conduce alla piccola Chiesa di S. Zeno, incorporata in un gruppo di vecchie case, che rappresenta una delle testimonianze carolingie più significative dell’Italia settentrionale

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